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giovedì 3 marzo 2016

500

PERCHE’ E’ IMPORTANTE L’AGRICOLTURA BIODINAMICA

 

L’azione del preparato 500 (o Cornoletame)

 

 

 

Nel 1960 un geologo americano, Sheldon Judson, ritrovò nei pressi di Roma un’antica cisterna risalente al 150 d. C. le cui fondamenta, che al momento della costruzione erano sottoterra, si trovavano ora esposte fuori dal suolo di circa 1 metro. Questo voleva dire che il terreno circostante era calato di oltre 4 centimetri ogni secolo, dunque molto più rapidamente di quanto si potesse formare. L’erosione del suolo e la perdita di terreno fertile hanno molteplici cause, ma sicuramente l’azione dell’uomo può giocare un ruolo fondamentale (nel bene e nel male) per quanto riguarda la tutela di un patrimonio collettivo di inestimabile valore. Anche il CNR ha recentemente messo in evidenza i rischi di una inadeguata gestione del suolo le cui conseguenze sono sintetizzate nell’espressione inglese Dust bowlification, da dust (polvere) e bowl (conca). Si stima che ogni anno vengano perse a livello globale 24 miliardi di tonnellate di suolo. L’azione degli agenti atmosferici (tra cui vento e pioggia) sommata ad una cattiva gestione del suolo determina questa perdita di terreno fertile.

Le risorse vanno gestite nel rispetto delle generazioni future, diventa quindi doveroso adottare metodi di coltivazione che tutelino la fertilità del terreno. Con l’agricoltura biodinamica e l’uso corretto dei preparati biodinamici è possibile generare nuovo terreno fertile. Vedasi foto (sotto) nella quale è evidente l’azione del lombrico dopo 4 anni di applicazioni del preparato 500 e di altri preparati biodinamici. Da terreno “convenzionale”, privo di lombrichi, nel giro di 4 anni è stato possibile generare nuova terra fertile andando in controtendenza rispetto al fenomeno sopracitato. La presenza del lombrico è un indice importante della qualità biologica del suolo, ed è considerato uno dei bioindicatori essenziali, oltre a svolgere funzioni fondamentali per la fertilità dei terreni.

 

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Ehrenfried Pfeiffer (1899 – 1961), uno dei massimi esperti mondiali e pionieri dell’agricoltura biodinamica, già a suo tempo mise in risalto le caratteristiche del preparato 500 e degli altri preparati a seguito di attività di studio, sperimentazione e ricerca.

Di seguito una breve trascrizione del suo lavoro: “L’uso corretto di questi preparati, sia con il letame che con il compost vegetale (in merito al compostaggio), conduce la fermentazione di essi in direzione ben precisa, impedendo le perdite di sostanza organica, arrestando l’acidificazione iniziale della fermentazione e rettificando questa con la formazione di un humus neutro, ricco di sostanze fondamentali quale si potrebbe ottenere in una cotica prativa stabile di età di 10 anni.

Il concime così preparato comunica al terreno e in breve tempo quella “fertilizzazione agronomica integrale” che la scienza agronomica considera ideale.

Premessa indispensabile è che l’azione dei preparati biodinamici si abbini ad una concimazione organica.

Nessuna trasformazione in humus può verificarsi in un terreno mineralizzato e con vita batterica deviata o addirittura patologica (in questo caso occorreranno accorgimenti specifici).

Fatte queste premesse diamo i risultati di analisi sul 500:

   PREPARATO 500 (materiale di partenza letame vaccino)

Fatto essenziale: nel preparato sono scomparsi i batteri intestinali. Ad essi si è sostituita una flora quasi identica a quella delle deiezioni di lombrico, cioè una flora generatrice di humus. Dal punto di vista chimico si nota nel preparato un aumento di azoto nitrico. Nel materiale di partenza esso era in proporzione del 0,06% mentre in quello di arrivo esso è salito al 1,7%; risulta, cioè, moltiplicato per 28. Inoltre nel preparato si trovano 500 milioni di batteri aerobi per grammo.

(…) In questa analisi è evidente che il preparato 500, pur risultando sempre arricchito in batteri e oligoelementi disponibili e attivi, mostra una variabilità di composizione che le ripetute prove analitiche hanno permesso di attribuire al diverso regime di foraggio delle mucche: un trifoglio non vale l’altro, un fieno non vale l’altro e così pure un letame non vale l’altro.

Perciò l’alimentazione delle mucche il cui letame servirà a confezionare il preparato 500 è oggetto di particolare cura.

(…) Anche la stagione conta: il letame viene raccolto in autunno (settembre-ottobre), quando anche il foraggio ha una composizione concentrata; si lasciano le mucche mangiare anche ogni sorta di arbusti sulle siepi confinanti. In questa stagione il letame è anche più sodo e contiene più sostanze minerali che in primavera” (E. Pfeiffer).

 

È stato pubblicato su alcune riviste scientifiche un recente studio sulle caratteristiche microbiologiche e le proprietà bioattive del preparato500 (Microbiological Features and Bioactivity of a Fermented Manure Product Used in Biodynamic Agriculture; Matteo Giannattasio et al., 2013).

Questo lavoro ha rilevato che il preparato 500 dispone di specifiche attività enzimatiche, è fornito di una ricca popolazione microbica e presenta attività auxinica. Le sostanze ad azione auxinica svolgono un ruolo fondamentale nella fisiologia e nella crescita delle piante. Coerentemente con i principi della biodinamica, la funzione delleauxine non è tanto quella di incrementare la produttività ma è quella di promuovere una crescita armonica ed equilibrata in modo da favorire la formazione di tutte quelle sostanze necessarie alla pianta per potersi mantenere sana e vitale.

I dati di questo lavoro possono spiegare l’azione vitale positiva verso la flora microbica del suolo e le piante (è ipotizzabile che l’elevato contenuto di carboidrati e peptidi presenti nel 500 possa attivare una proliferazione microbica e, quindi, una maggiore attività rizosferica). Nonostante l’applicazione a bassissime quantità (100-200 grammi per ettaro) questo preparato stimola la formazione delle radici e incrementa l’attività biologica del terreno (confrontare anche i dati della ricerca FiBL, dai quali emerge una maggiore biodiversità dei terreni biodinamici). In questo lavoro si ipotizzano vari meccanismi d’azione dovuti anche alla presenza positiva di acidi umici. Sono in corso ulteriori test per valutare altri aspetti del preparato 500.

Mentre l’esperienza australiana ha dimostrato il valore delle Leguminose nell’esaltare la funzione del preparato 500: l’inserimento delle Leguminose nelle rotazioni, o la loro presenza negli inerbimenti, esalta l’azione di questo preparato.

 

 

COMUNITA’ BATTERICHE RILEVATE NEL PREPARATO 500 (Giannattasio et al.)

 

SPECIE

GRUPPO TASSONOMICO

% (CFU)

Bacillus megaterium                                  

Firmicutes

46.83

Bacillus safensis                                          

Firmicutes

44.99

Rhodococcus coprophilus                           

Actinobacteria

3.65

Pseudoxanthomonas dajeon.              

Gammaproteobacteria

1.42

Microbacteriumsp.                                    

Actinobacteria

1.06

Aeromonas rivuli                                        

Gammaproteobacteria

0.74

Bacillus pumilus                                          

Firmicutes

0.46

Nocardia globerula                                     

Actinobacteria

0.39

Agromyces fucosus                                     

Actinobacteria

0.32

Sphingopyxis macrogoltabida                    

Alphaproteobacteria

0.11

Pseudomonas fulva                                    

Gammaproteobacteria

0.04

 

 

La formazione dell’humus nel terreno quale substrato ideale di crescita per le piante

L’agricoltura industriale è orientata verso una esasperazione della produttività, mirando ad ottenere rese sempre maggiori; anche la selezione varietale sostenuta dalle élite economiche e operata dall’industria sementiera prende in considerazione quasi esclusivamente parametri di produttività (questo processo ha inizio già dagli anni ’60 con la famosa Rivoluzione Verde). Le conseguenze di questo orientamento sono note sia sul piano ambientale che su quello del bilancio energetico e, non ultimo, sul piano nutrizionale. L’uso massiccio di sostanze azotate e di vari altri input esterni di origine industriale, al fine di incrementare le rese, riduce la presenza di polifenoli, vitamine, amminoacidi essenziali e altri nutrienti fondamentali. La stessa FAO (Organic Agriculture Programme) ha messo più volte in evidenza l’adeguatezza nutrizionale di alimenti biologici rispetto al cibo prodotto con metodiche industriali.

Il concetto di fertilità, dunque, deve essere legato ad un insieme di fattori il cui obiettivo deve essere l’equilibrio tra la giusta produttività e la capacità di un prodotto di nutrire veicolando forze vitali. Il cibo deve poter essere fonte di salute. Inoltre le piante coltivate correttamente disporranno di autodifese naturali maggiori rispetto a piante portate ad una condizione di iperproduttività esasperata. Non bisogna dimenticare che la funzione più importante dei polifenoli è quella di proteggere le piante stesse da agenti ambientali e dal rischio ossidativo rappresentato dalla luce solare.

Il preparato 500 si inserisce proprio in un discorso di equilibrio poiché, come ribadito più volte, con l’agricoltura biodinamica si vuole favorire una crescita armonica ed equilibrata.

L’attuale crisi dell’agricoltura industriale è dovuta al fatto di perseguire iperproduzioni e gigantismo, conseguenza di una visione statica del concetto di fertilità che per decenni ha favorito l’uso (e l’abuso) di nutrienti di sintesi (i famosi N, P, K) riducendo il contenuto di carbonio organico nei suoli, favorendone la perdita di fertilità biologica. A tal proposito confrontare anche i dati ISPRA.

Mentre la vera fertilità è data da un complesso di forze e da un insieme di fattori molto dinamici. Già nel 1924 Rudolf Steiner intuì le cause della degenerazione dell’agricoltura dando un impulso ben preciso finalizzato a risanare la fertilità dei suoli ed il processo produttivo.

Uno dei problemi maggiori risiede nella diminuzione di sostanza organica nei terreni e nel relativo calo di attività biologica. Ma siccome “il malato è grave”, il semplice apporto di sostanza organica nel terreno, da solo, rischia di non essere più sufficiente a ripristinare condizioni ottimali di fertilità. Occorrerà certamente una sostanza organica che sia di qualità, cioè HUMUS, ed occorreranno rimedi che siano in sintonia con i processi vitali i quali favoriranno la formazione di quest’ultimo (l’humus): i preparati biodinamici.  

Sostanza organica è un termine generico utilizzato per indicare svariati composti, ma sarà necessario utilizzare una sostanza organica dotata di qualità e proprietà particolari. Qui si inseriscono i preparati biodinamici, ed il 500 in particolar modo.

Ma per comprendere a fondo il processo dobbiamo chiederci cos’è la sostanza organica e dove essa ha origine. Alla base della formazione della sostanza organica vi è la fotosintesi clorofilliana, grazie alla quale le piante sono l’unica fabbrica di nuova sostanza sulla Terra; tutto il resto è riciclaggio. Dunque il regno vegetale è alla base dei cicli biologici e vitali grazie alla capacità di entrare in relazione con le forze solari. Questa mediazione permette agli altri esseri viventi di assimilare queste forze e trarre nutrimento; si può dire che ingerendo un vegetale assimiliamo forze solari, delle quali abbiamo una estrema necessità, ma che da soli non saremmo in grado di assimilare. Il Sole è alla base della vita, e le piante ne rappresentano il medium primario.

Quindi la sostanza organica viene elaborata tramite la fotosintesi da cui ha origine. Nel processo digestivo del bovino (ma anche nel lombrico) poi avviene una ulteriore elaborazione grazie alle caratteristiche uniche del suo apparato digerente dotato di peculiarità essenziali per ottenere successivamente una sostanza importantissima per la fertilità del suolo: il letame. Per secoli le agricolture tradizionali hanno basato la propria fertilità su questi elementi. Il bovino è in grado di elaborare cellulosa ed emicellulose come nessun altro mammifero grazie ad uno stomaco di notevoli dimensioni suddiviso in 4 parti (reticolo, rumine, omaso e abomaso) e grazie alla mediazione di una particolare microflora intestinale. Si tratta di un vero e proprio laboratorio complesso. Ovviamente l’animale va rispettato, deve vivere secondo quelle che sono le sue esigenze e necessità, e deve nutrirsi correttamente e in maniera sana.

 

Immagine incorporata 3

 

Ma per ripristinare la fertilità dei campi, purtroppo, non sono più sufficienti le tradizionali concimazioni organiche di natura vegetale e/o animale. Sono necessari rimedi che rappresentano una ulteriore elaborazione di questi processi vitali, che attingano comunque da elementi naturali.

Una ulteriore esaltazione di questi processi è data dal preparato 500 (o Cornoletame) nel quale emergono nuove proprietà idonee a risolvere le attuali problematiche. Con i preparati biodinamici si instaura una collaborazione ed una sinergia tra regno vegetale, regno animale e regno umano nella quale ognuno svolge il proprio ruolo per permettere l’ingresso di nuove forze il cui tramite sono i preparati biodinamici (in questa sinergia non va dimenticato il regno minerale). Tramite queste forze è possibile rigenerare il suolo ed ottenere alimenti vitali, in grado di nutrire anche le parti più sottili dell’essere umano.

 

Compost biodinamico e humus di lombrico come fonte primaria di humus  

Occorre altresì una trasformazione anche in merito all’uso del letame come fertilizzante tramite la pratica del compostaggio biodinamico, poiché deve essere chiaro che il preparato 500 non sostituisce le concimazioni (come l’uso del compost o i sovesci plurispecie) e non sostituisce le buone pratiche agronomiche necessarie per realizzare una valida e sana agricoltura.

Tramite il compostaggio biodinamico si ottiene un humus stabile, bilanciato ed equilibrato che darà risultati positivi a 360° e duraturi nel tempo (il letame tal quale necessita di una ulteriore elaborazione che ne prevenga una rapida mineralizzazione).

Il vantaggio dell’humus è dato dalla sua stabilità, e dalla facoltà di resistere coerentemente a vari tipi di stress senza degradarsi; dunque la sua degradazione risulta essere molto più lenta rispetto ad altre forme di sostanza organica non umificata (Amlinger et al., 2007).

Tra i requisiti più importanti di cui dispone l’humus vi è la capacità di trattenere acqua e nutrienti in quantità. L’Università di Sydney ha rilevato che i terreni biodinamici trattengono mediamente il 55% in più di acqua rispetto ai metodi di coltivazione industriali. Ciò è dovuto anche alle sostanze cementanti (colloidi organici) prodotte dalle comunità batteriche che costituiscono l’humus.

Quindi il terreno non rappresenta solamente un substrato di crescita per le piante, ma è un organo che svolge un ruolo ecologico importantissimo: i terreni sani e vitali, ricchi di humus, trattengono acqua, nutrienti e soprattutto carbonio, contrastando anche i fenomeni di erosione e di perdita di terreno (Dust bowlification). Inoltre l’humus permette lo scambio gassoso, stabilizza la struttura del suolo (migliore lavorabilità) e aumenta la sua permeabilità per via di un incremento della porosità. La moderna agronomia ha snaturato queste funzioni concentrandosi sulla produttività (con un uso massiccio di fertilizzanti di sintesi), utilizzando erbicidi e pesticidi che nel tempo hanno mortificato la naturale attività del suolo. Mentre una corretta gestione dei terreni può addirittura frenare i cambiamenti climatici per via di minori emissioni di CO2 in atmosfera, incremento della ritenzione idrica, minor dispendio energetico nella lavorazione del suolo e riduzione dell’utilizzo di input esterni. La Terra e le generazioni future ringrazieranno. Non bisogna dimenticare che la funzione del suolo è quella di sostenere la vita.

Uno dei casi più emblematici riguarda il progetto SEKEM a 60 km a nord-est del Cairo (Egitto), dove sono stati strappati al deserto centinaia di ettari ora divenuti terra fertile e coltivata grazie all’agricoltura biodinamica.

 

 

Fabio Fioravanti  

 

  

Disegno di Elena Bassi

 

  

Fondazione LE MADRI

mercoledì 2 dicembre 2015

La Luna e il Natale


 

 

 

I lavori nelle campagne sono legati a ritmi ben precisi, scanditi dal ciclo delle stagioni. Durante l’anno il Sole determina il susseguirsi della stagione calda e di quella fredda, per via della diversa esposizione della Terra ai raggi solari. L’epoca materialistica in cui viviamo ed il pensiero scientifico hanno privato di ogni significato i movimenti dei corpi celesti e le relazioni esistenti fra questi e la vita dei vegetali e di tutti gli esseri viventi. Il Sole è l’astro più influente (che da sempre rappresenta il principio maschile). Non meno importante è la Luna (che invece raffigura il principio femminile); quella della Luna è un’influenza determinante. È la simbiosi tra questi due principi che genera la vita, immagine di unapolarità archetipica e di forze complementari.

In epoche passate era tenuta in grande considerazione anche l’influenza della Luna sulle coltivazioni, ed i lavori agricoli erano marcati non soltanto dal ciclo solare ma anche da quello lunare. Si può affermare che quella tra Sole e Luna sia un’autentica danza ed una sinergia, la cui immagine è sintetizzata nelle lancette dell’orologio: dove la lancetta delle ore rappresenta il Sole e la lancetta dei minuti rappresenta la Luna. Il centro dell’orologio è la Terra (immagine geocentrica). Sullo sfondo vi sono le 12 costellazioni zodiacali.

L’orologio a lancette è l’emblema di come in epoche passate vi fosse coscienza del fatto che il fluire del tempo fosse proprio scandito dai ritmi planetari, nel quale l’elemento circolare sta a significare la ciclicità della vita. Mentre i moderni orologi con display digitale, nei quali compaiono solo i numeri, non permettono di cogliere i nessi vitali e le relazioni tra ritmi cosmici e vita sulla Terra. L’unità di misura temporale costituita dall’ora (60 minuti) è determinata dal ciclo solare in relazione al ciclo lunare. A loro volta in riferimento alle 12 costellazioni zodiacali. Dunque anche il ritmo lunare ha da sempre ricoperto un ruolo di primaria importanza. La lancetta delle ore identifica il movimento del Sole, mentre quella dei minuti coincide con il movimento della Luna. Nell’orologio a lancette abbiamo proprio l’immagine del movimento del Sole e della Luna in relazione alla Terra quale punto centrale fisso e punto di osservazione (immagine geocentrica). Con le 12 costellazioni sullo sfondo. Ovviamente quella dell’orologio è una suddivisione schematica, ma che comunque riproduce il moto di Sole e Luna nelle 12 costellazioni in relazione alla Terra.

La vita del mondo contadino tradizionale era dunque scandita in maniera determinante dalle varie lunazioni, ed il tempo naturale a cui si conformava dava origine ad una vasta e complessa cerimonialità connessa a ritmi biologici e stagionali.    

Per “lunazione” s’intende il periodo, o la fase, che va da Luna nuova a Luna nuova. Per Luna nuova s’intende il momento in cui la Luna è praticamente invisibile poiché è visibile solo la sua parte oscura, cioè nonilluminata dal Sole. Ogni lunazione esercita un’azione sulla Natura, ed il conteggio delle lunazioni, ovvero la prima lunazione, ha inizio con la Luna nuova tra i primi e la fine di marzo (nel 2016 la prima lunazione va dal 9 marzo al 7 aprile). Questa lunazione è chiamata “di primavera” (Pasqua) ed è il momento in cui si risveglia la vita, la linfa delle piante ricomincia a scorrere con una certa intensità e molti vegetali iniziano la fase di fioritura. La prima Luna piena dopo l’equinozio di primavera appartiene sempre alla prima lunazione. Questa Luna piena determina l’inizio del conteggio delle lunazioni; ed è questa Luna che, poi, determina la Pasqua. Questa prima lunazione era tenuta in grande considerazione dal mondo contadino e dal mondo tradizionale. L’etimologia del termine “Pasqua” sta ad indicare un passaggio, una liberazione,passare oltre. Ma anche “pascolo”, in relazione alla ripresa vegetativa.

In ogni lunazione, ovviamente, si ha una Luna piena. La celebrazione della Pasqua è determinata dalla Luna piena di questa lunazione (la prima Luna piena dopo l’equinozio di primavera).

La seconda lunazione è detta “della foresta” poiché gli alberi cominciano a ricoprirsi di foglie ed i vegetali acquistano sempre più vigore.

La terza lunazione ha un nome emblematico: “dell’opulenza”. In questo periodo vi è il proliferare di fiori d’ogni genere e vi è un forte stimolo di crescita nei vegetali, anche in virtù dell’influenza solare.

La quarta lunazione (S. Giovanni) è detta “delle praterie” ed è, di solito, quella del solstizio di giugno. In questo momento gli influssi cosmici sono molto forti, la crescita è notevole e la linfa scorre abbondante. Molte piante giungono a maturazione. Questa è una delle 4 lunazioni più importanti insieme alle due degli equinozi e a quella del solstizio d’inverno.

La quinta lunazione è detta “d’oro e d’argento” per via del calore estivo che fa seccare ogni cosa. È, indicativamente, il periodo di luglio.

La sesta lunazione è chiamata “del sole” ed è quella nella quale il ritmo biologico dei vegetali inizia a rallentare. Questa è una fase di passaggio nella quale si intravede l’inizio dell’autunno.

La settima lunazione (S. Michele) è chiamata anche “dei profumi” perché un proverbio giapponese dice che in questo momento “la natura dona ciò che le resta prima di addormentarsi”. Si ha l’equinozio d’autunno. La Luna piena di questa lunazione è particolarmente intensa e forte. Vi sono molti proverbi a riguardo.

L’ottava lunazione è definita “del fuoco” per via del colore che assume il fogliame durante questa fase. Si ha la quasi interruzione del flusso linfatico. È il momento delle lavorazioni autunnali.

Con la nona lunazione chiamata “delle braccia tese” gli alberi si spogliano e sembrano rivolgere i rami verso il cielo proprio come a tendere delle braccia.

La decima lunazione (Natale) è quella del solstizio d’inverno e del relativo periodo natalizio. È chiamata “dell’alchimia”. In questo momento vi è un notevole influsso cosmico. È interessante notare che questaLuna piena (la Luna piena che vi è nella decima lunazione) è quella che raggiunge il punto più alto del cielo venendo a trovarsi nella regione dei Gemelli, mentre il Sole è nel suo punto più basso, quasi come fosse un volteggiare tra Sole e Luna piena (s’intende la fase di Luna piena, cioè quando questa è completamente illuminata e visibile per intero). Quest’anno la Luna piena della decima lunazione cadrà proprio nel giorno di Natale; ciò contribuirà a rendere ancora più magico questo periodo. Questa Luna piena ha il compito di veicolare luce sulla Terra nel pieno dell’inverno.  

Nota: Durante i mesi invernali le varie Lune piene si trovano nelle costellazioni più alte (quelle occupate dal Sole durante i mesi estivi). Mentre nel periodo estivo accade il contrario: il Sole si trova nelle costellazioni più elevate, mentre le Lune piene vengono a trovarsi in quelle più basse.     

L’undicesima lunazione è chiamata “del sonno” trattandosi di un riposo quasi totale della vegetazione. In questo momento è pieno inverno.

La dodicesima è detta “del sogno”. Con essa la vita ricomincia a pulsare ed ha inizio la fioritura delle prime erbe di fine inverno così come il Nocciòlo dà inizio ad una nuova stagione vegetativa.

La tredicesima lunazione non si ha tutti gli anni. Perché si abbia una tredicesima lunazione occorre un periodo di più anni. Accade allora che tra la dodicesima e la prima ve ne sia un’altra che viene chiamata “dell’occhio dischiuso” (ciò si verifica perché il conteggio delle Lunazioni è relativo al ciclo solare annuale). In questo periodo, comunque, la morsa del freddo è ancora forte ma è imminente il risveglio della Natura.

Questi cicli sono variabili ma, di fondo, segnano le varie fasi nel corso dell’anno. Il cambiamento climatico ha contribuito non poco ad alterare i normali ritmi stagionali per cui, purtroppo, si è costretti ad assistere a mutamenti. Ma adottando uno stile di vita più sobrio e, soprattutto, piantando alberi si può far molto per la Terra ed il clima.

Dicevamo che, un tempo, queste lunazioni erano tenute in grande considerazione. Oltre che per i significati simbolici, anche per i risvolti pratici.

Con il calendario biodinamico delle semine e delle lavorazioni vengono prese in considerazione le varie fasi lunari anche in relazione alle costellazioni zodiacali. Occorre precisare che si tratta di astronomia, e non di astrologia. L’attività di ricerca diMaria Thun (1922-2012) ha evidenziato l’influenza della Luna sulle coltivazioni, così come il lavoro svolto da Lili Kolisko (1893-1976). Due donne straordinarie.

Nota: Come prima regola basilare va considerata la fertilità organica del suolo. La vitalità del terreno è un presupposto necessario per favorire l’azione degli impulsi cosmici. Rappresenta anche il fattore più importante e rilevante.

L’agricoltura è da sempre un settore di primaria importanza, ma tra il XVII e il XX secolo coltivazioni e tecniche hanno subito sensibili trasformazioni. Insieme alla meccanizzazione delle campagne ha inizio in Italia un ampio processo di industrializzazione; si tratta di scelte politiche che hanno caratterizzato lo sviluppo del Paese. A queste scelte sono stati sacrificati vari settori produttivi tra cui l’agricoltura. Questo processo di industrializzazione forzata è stato sostenuto da vari apparati (tra cui partiti, mass media, mondo della cultura ecc.) anche per guadagnare il consenso della popolazione in merito a queste politiche economiche. Ciò ha determinato una crisi di identità nelle campagne che ha indotto il contadino a non credere più nel proprio lavoro. Il tempo delle campagne, scandito dalla Luna e dal Sole, è stato sostituito dal tempo moderno con i suoi ritmi sempre uguali. È venuta meno l’osservazione della Natura, ed è stato reciso un cordone ombelicale. La società contemporanea assiste, spettatrice distratta, alla perdita di una cultura millenaria.  

Il processo di industrializzazione ha interessato anche l’agricoltura, generando un’agricoltura industriale fortemente orientata al presente, che dimentica il passato e non pensa al futuro (basti vedere ilbilancio energetico o la questione residuiderivanti dall’uso di erbicidi, fitofarmaci e fertilizzanti di sintesi). Ma il punto centrale riguarda il fatto che non sempre gli interessi dell’industria coincidono con quelli dell’agricoltore, dell’ambiente e delle persone che, poi, dovranno cibarsi dei prodotti dell’agricoltura.

Ma quegli elementi della cultura di ieri sembrano oggi essere percepiti dall’uomo moderno come risorsa, da un lato, e dall’altro come sopravvivenza. Quasi come per riappropriarsi delle proprie radici, della propria identità secolare.

L’uomo moderno vive una dimensione spesso dissociata da ritmi biologici e ritmi naturali; ciò può essere interpretato come una conquista. Deve essere chiaro, però, che la base della manifestazione della vita è caratterizzata dal ritmo, quale è espresso anche nel ciclo calendariale, nel ritmo cardiaco, respiratorio, giornaliero e delle stelle. Siamo dunque tenuti al rispetto di questi ritmi e dei cicli vitali per non uscire completamente dall’ordinamento naturale.

L’abbiamo ribadito più volte: quella dell’agricoltore è una nobile attività. Produrre cibo significa sostenere la vita e mantenerla nel tempo. Il suolo è un patrimonio di inestimabile valore e l’agricoltore deve essere fiero di prendersene cura. Prendersi cura del suolo significa praticare un’agricoltura sana, come è quella biodinamica. È importante che possano convivere passato, presente e futuro; ciò che di buono viene dal passato deve unirsi al presente e, soprattutto, al futuro per unanuova agricoltura. Per un’agricoltura (ed una cultura) che riconosca la bellezza della vita.

L’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica opera con passione e impegno per trasmettere valori e conoscenze utili al bene comune, a misura d’uomo.


giovedì 12 novembre 2015

Casa Belfi lavorare in modo Naturale...

Vorrei rendere pubblico il modo estremamente Naturale di coltivare la vigna in Casa Belfi. Il tutto segue la filosofia biodinamica ideata da Rudolf Stainer negli anni venti del secolo scorso, un lavoro che si traduce nella semplicità delle operazioni, nell'aumento della fertilità della terra e nel rispetto dei ritmi cosmici.

Nella nostra filosofia nulla è fatto contro, anti o per la morte. Tutto è rivolto invece alla e per la vita; nel rispetto delle forme viventi e al loro giusto equilibrio.
In vigna infatti non si usa nessun tipo di prodotto di sintesi, nessun concime, nessun diserbante, nessun pesticida. 
Tutto è caos. Caos tra terreno, viti, piante, batteri, lieviti, muffe, aria, luce, acqua, calore, animali, uomo, ... Tutto poi si concentra nell'uva e, successivamente con la fermentazione Naturale, nei nostri vini.
La tecnologia in cantina è al minimo indispensabile per contenere il vino ed accompagnarlo nelle sue stabilizzazioni e nella sua maturazione. 
Noi siamo solo i badanti dei nostri vini.
No correttori, no filtrazioni, no chiarificanti, no stabilizzanti, no, no, no, ...
Il significato di vino per noi è: alimento sano, salubre e che trasmetta emozioni,
cultura e tradizione, amore e rispetto.
Questo è il nostro #colfòndo #Prosecco, #colfòndo #Anfora, #colfòndo #Raboso


#MaurizioDonadi

martedì 20 ottobre 2015

Che cos'è lagricoltura Biodinamica

Agricoltura Biodinamica: Due parole che implicano un modo di lavorare, osservare, di vivere la terra. Una filosofia di vita per apprezzare tutta l’armonia di un campo coltivato, il succedersi delle stagioni e del tempo.

Con il metodo biodinamico, l’agricoltura è in sintonia con la natura, con la terra e con gli uomini.
La concimazione, la coltivazione e l’allevamento sono attuati con modalità che rispettano e promuovono la fertilità e la vitalità del terreno e allo stesso tempo le qualità tipiche delle specie vegetali e animali.

Il profondo legame con la natura e il completo rispetto dei suoi ritmi portano, con l’agricoltura biodinamica, ad abolire l’utilizzo di fertilizzanti minerali sintetici e di pesticidi chimici, e a gestire il terreno seguendo i cicli cosmici e lunari.
La base ideale per creare un’unità biodinamica è l’azienda agricola con un allevamento di bestiame. Gli animali costituiscono infatti un elemento importante di questo organismo, fornendo prezioso fertilizzante, da usare dopo il compostaggio per incrementare la vitalità del terreno.
Secondo il metodo biodinamico, la fertilità e la vitalità del terreno devono essere ottenute con mezzi naturali: compost prodotto da concime solido da cortile, materiale vegetale come fertilizzante, rotazioni colturali, lotta antiparassitaria meccanica e pesticidi a base di sostanze minerali e vegetali.
Rendendo vitale la terra ed aumentandone l’attività biologica, le piante crescono in modo naturale, nutrite dall’ecosistema del suolo.
La concimazione e la cura del terreno sono quindi finalizzate all’ottenimento e al mantenimento di questo equilibrio.