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giovedì 15 giugno 2017

CASA BELFI: quando il vino è energia

Il percorso di Maurizio inizia alla fine degli anni Novanta, subito dopo la scuola di Conegliano. Approccio convenzionale, in vigneto e in cantina. Il ragazzo infonde nel lavoro tutta l’esuberante energia dei suoi vent’anni ma qualcosa non va. Dopo ogni trattamento con i sistemici Maurizio sta male: palpitazioni, febbre, malesseri. Va avanti storcendo il naso e stringendo i denti per qualche anno, poi nel 2004 dice basta. Conversione totale al biologico: processo lungo e faticoso culminato nel 2016 con la prestigiosa certificazione Demeter – unico produttore di Prosecco in pianura ad averla ottenuta.

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La terra sana… un concetto semplice attorno al quale ruota tutto l’universo di Donadi. Biodiversità e armonia naturale. Nutrire la terra con infusi, decotti e tisane a base di ortica, equiseto, silice e camomilla; renderla fertile tramite il corno-letame e il letame delle vacche di casa: ecco la ricetta. E la terra reagisce, sorride: cambia colore, consistenza. Ritornano animali e insetti scomparsi da decenni – rane, lucciole, libellule, pipistrelli. E il vino? Nel vino tutto questo infonde non profumi o aromi ma energia, vita.

Nella mission di Casa Belfi domina l’anelito di creare vini longevi. Qui per consuetudine si arriva a malapena all’estate successiva alla vendemmia. Impera radicatissima la cultura contadina, e sempre si è privilegiata la quantità. Vini che sfidano il tempo, ecco l’idea di Maurizio. Vini che migliorano nel tempo. Nelle parole di Donadi lo stile aziendale: viticoltura naturale – cultura tradizionale – energia & passione. Lasciare che il vino racconti il territorio e sia in grado di affrontare il tempo.

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L’anfora di terracotta costituisce strumento ed emblema di tale realizzazione. Non altera il vino ma favorisce l’evoluzione. Il lungo riposo sui lieviti, riducendo poco alla volta l’ossidazione, porta una stabilizzazione naturale. I vitigni prediletti di Maurizio, la glera e il raboso piave, trovano le loro espressioni più convincenti in Casa Belfi proprio in virtù della maturazione in anfora.

Sulle argille in collina il Prosecco nasce strutturato, pesante. In pianura, sul terreno povero e sassoso di San Polo diventa agile e minerale. Un tempo Donadi lo vinificava 100% in anfora, ottenendo un vino molto, troppo salato. Oggi modula fra anfora ed acciaio, in funzione di un maggiore equilibrio.

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Il Raboso mi conquista, un vino che da queste parti sta facendo passi da gigante: un tempo rustico e villereccio, oggi viene studiato e prodotto in diverse varianti, spesso anche in stile “Amarone”, con risultati notevoli. Il raboso piave è robusto, tannico, aggressivo: “rabbioso” appunto, ben più tosto del raboso veronese, cugino docile e mansueto. Maurizio ne ottiene un frizzante colfondo ed un fermo in uvaggio con il cabernet sauvignon davvero apprezzabili.

Ed ora assaggiamo i vini, tutti rigorosamente non filtrati:

Frizzante sur lie Colfondo Anfora Selezione di Prosecco in purezza. Macerato una settimana e maturato nove mesi sempre in anfora di terracotta. Frizzante, rifermentato in bottiglia, solo in formato magnum con tappo a corona. Paglierino con riflessi dorati, torbido. Fragrante nei profumi, crosta di pane e nocciolina tostata, fiori bianchi, agrumi maturi, mela cotogna e pera williams. Stuzzicanti note speziate, minerali e rugginose. Corposo, sapido e croccante, innervato da una buona vena di acidità. Maschia ruvidità dei tannini. Chiude in progressione amarognola, non senza spigoli. Che carattere!

Prosecco colfondo 100% acciaio, zero macerazione, pressatura uva intera, decantazione del mosto, fermentazione spontanea senza controllo di temperatura. Nota pietrosa, sulfurea che lascia poi spazia alla frutta bianca, agli agrumi e ai fiori. Agile e minerale in bocca, succoso, stuzzicante. Che vibrazioni! Lo assaggiamo assieme ad un Prosecco “normale”, surclassato senz’appello.

Bianco delle Venezie Igt 60% manzoni bianco 40% chardonnay. Maturato in anfora. Dorato con riflessi ocra, leggermente velato. Fruttato e minerale al naso. Albicocche mature, nettarina gialla, zest di arancia, biancospino e pietra focaia. Vaghe note di pasticceria. Succoso, sapido, vellutato. Finale agrumato che chiude sul lime in una gradevole scia amarognola. Bella persistenza. Grande piacevolezza.

Raboso colfondo frizzante Raboso in purezza, macerazione carbonica. Imbottigliato fermo con residuo zuccherino. Rubino profondo e vivacissimo, esuberante perlage. Tripudio di frutti rossi, fragoline di bosco, ribes e mirtilli, prugna. Sfumature di spezie dolci. Sorso slanciato, agile, beverino, che esprime al contempo un’anima giovane, vigorosa e sbarazzina. Bel comparto di tannicità e freschezza. Vino per l’estate? Vino per sempre.

Rosso delle Venezie Igt 60% raboso piave 40% cabernet sauvignon. Trenta giorni di macerazione, affinamento in anfore e acciaio. Rubino profondo e velato. Naso di frutta matura impreziosito da suadenti note speziate. Mora, prugna e ribes nero poi carruba, violette, anice stellato. In bocca entra morbido, avvolgente, pieno, ma subito emergono la possente spalla acida, la sapidità e i tannini vigorosi. Finale speziato che riecheggia la carruba e si arricchisce di ulteriori, complesse suggestioni. Adorabile!

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Ascoltare Maurizio Donadi e sua moglie Fabiola significa penetrare un mondo in cui convivono a braccetto antiche usanze contadine e rigoroso know-how moderno. Un mondo dove fasi lunari, ossido-riduzioni, arpe eoliche, sovesci e lieviti indigeni, rabdomanti ed enotecnici hanno tutti pari dignità. Ma siamo lontani da derive fanatiche: a Casa Belfi si respira un’aria rilassata e amichevole, e la conversazione spazia in mille direzioni senza punti morti. Si respira gioia ed energia. Insomma, si sta bene. Cin cin! E alla prossima!